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      Di qui pervennero all'isola Gilon, dove gli fu detto che si trovavan uomini con l'orecchie lunghe, e che in tal modo pendevano che toccavan loro le spalle. Del che maravigliandosi fortemente li nostri, intesero da quelli popoli che non molto discosto era un'altra isola, dove gli uomini sono non solo con gli orecchi pendenti, ma di tanta larghezza e grandezza che, quando fa di bisogno, con una sola si cuoprono tutto quanto il capo. I nostri, che cercavano le speziarie e non simil favole da fanciulli, lasciate da parte queste cose da niente, se n'andarono per la piú dritta alla volta delle Molucche, le quali, otto mesi dopo che il lor capitano Magaglianes morí in Mathan, trovarono. Sono 5 per numero, chiamate Terenate, Mutir, Thidone, Mare, Macchian, e sono parte di qua e parte di là dalla linea dell'equinoziale, e alcune sono non molto lontane una dall'altra. In una nascono garofani, nell'altra noci moscate, nell'altra cannella, e sono picciole e molto strette. Li re delle dette pochi anni avanti cominciarono a creder l'anime esser immortali, non per altro argomento ammaestrati, se non che avevano visto un bellissimo uccelletto, che mai si fermava in terra, né sopra cosa alcuna che fusse di terra, ma qualunque volta l'avevano veduto venir dal cielo, era quando morto cadeva in terra. E li macomettani, i quali praticano in quell'isole per far mercanzie, gli affermarono che questo uccelletto era nato in paradiso, e il paradiso esser il luogo dove sono l'anime di quelli che sono morti: e per questa cagione questi signori si feccero della setta de' macomettani, perché ella promette molte cose maravigliose di questo luogo dell'anime.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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