Della umanità e prudenzia del re di Thidore, del suo grande accetto fatto a' Castigliani, e come si sottopose alla obbedienzia dell'imperatore. Del garofano, cannella, noce moscata e sue descrizioni. Del gengevo. E come gli altri re delle Molucche spontaneamente si sottoposero all'imperatore.
Li nostri, avendo molto ben veduto e considerato il sito delle Molucche e quel che ciascuna isola produceva, e li costumi e il viver di quei signori, se n'andarono a Thidore, perché intesero che questa era abbondantissima sopra tutte l'altre di garofani, e che il re loro avanzava di prudenzia e di umanità tutti gli altri. Essendosi adunque tutti costoro messi in ordine con presenti, dismontorno di nave e andorno a salutare il re, e presentaronlo come se fussero stati mandati dall'imperatore. Avendo egli accettati li presenti benignamente, guardando in cielo disse: «Or fa due anni che io conobbi per il corso delle stelle che voi eri mandati da un gran re a cercar questi nostri paesi, per la qual cosa la venuta vostra mi è stata tanto piú cara e grata, quanto quella per li segni delle stelle piú lungo tempo m'è stata annunziata. E sapendo che non accade mai alcuna di queste cose che già per avanti non sia dalla volontà delli dii e delle stelle ordinata, io non sarò tale verso di voi che agli ordini de' cieli voglia contrastare, ma con buon animo e volentieri per il tempo a venire, deposto il nome regale, mi penserò essere come un governatore di questa isola per nome del vostro re. Per il che tirate le navi in porto, e comandate a tutti gli altri vostri compagni che sicuramente dismontino in terra, acciò che adesso, dopo sí lunga navigazione e perturbazion del mare e dopo tanti pericoli, sicuramente vi posiate e governiate, né vi pensate venire in altro luogo che in casa del vostro re». Dette queste parole, deposta la corona di capo, gli abbracciò ad uno ad uno, e fece por loro inanzi di quelle cose che si ritrovavano da mangiare.
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