Sotto di questa è come una midolla bianca spessa, grossa un dito, la qual mangiano fresca con la carne e pesce come facciamo noi il pane, e ha sapor di mandorla, e ancora la seccano e ne fanno pane. Nel mezzo di questa midolla è una acqua dolce, chiara e molto cordiale: questa acqua si congela e si fa come una balla, e la chiamano coco, e se ne vogliono far olio la lasciano putrefare nell'acqua e la fanno bollire, e diventa olio simile al butiro. Quando voglion far aceto, lasciano putrefare l'acqua solamente, e poi la mettono al sole, e diventa aceto come di vin bianco. E quando mescolano la midolla con l'acqua che è in mezzo, e poi la colano con un panno, fatto latte come di capra. Queste palme sono simili a quelle che fanno i dattili, ma non sono cosí nodose. Con due di queste palme tutta una famiglia di dieci persone si può mantenere, usando otto giorni di una e otto giorni dell'altra per vino, perché faccendo altrimenti elle si seccariano. Questi tali arbori sogliono durar cento anni.
Queste genti presero gran familiarità con li nostri, e dicevano come si chiamavono molte cose, e il nome di alcune isole le quali si vedevano da quel luogo. La loro isola si chiama Zuluan, la qual non è molto grande. Li nostri presero gran piacere della conversazione di questi tali popoli, perché son molto domestici, e per far maggior onor al nostro capitano, l'invitarono ad andar nelle lor barche, in alcune delle quali erano loro mercanzie, cioè garofani, cannelle, pepe, gengevo, noci moscate, macis, oro fatto in diverse cose, le quali conducono di qua e di là con le lor navi.
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Zuluan
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