Stettero con li nostri da otto giorni insieme, con li quali il nostro capitano smontava spesso in terra, e visitava li nostri malati, che erano sotto li padiglioni, e ogni giorno faceva dar a ciascuno di loro dell'acqua delle coche, con quella midolla che par mandorle, la qual dava loro gran conforto. In queste isole vicine intesero dire che si trovavano uomini con le orecchie tanto grandi che si coprivano le braccia con quelle. Questi popoli sono cafri, cioè gentili; vanno nudi, eccetto che portano una tela sottile, che fanno della scorza d'un arbore, avanti le parti vergognose. Li principali hanno una tela di seta lavorata ad ago sopra la testa. Sono di color di ulivo, grassi molto, e si dipingono tutto il corpo, ungendoselo appresso con olio, per cagione del sole e del vento. Portano li capelli lunghi fino alla cintura. Hanno pugnali, coltelli e lancie con fornimenti d'oro; fanno ancor reti da pescare, e barche come sono le nostre.
Il capitano alli XXV di marzo si partí, e drizzò il suo cammino tra ponente e garbino, fra quatro isole nominate Cenalo, Huinanghan, Hibusson e Abarien. Alli XXVIII di marzo viddero un fuoco in una isola, e una barca piccola con otto uomini dentro, la qual si approssimò alla nave del capitano. E avendo il detto menato seco una schiava avuta nelli tempi passati dall'isola di Sumatra, la qual gli antichi chiamarono Taprobana, costei andò a parlar con gli uomini della detta barca, li quali subito la intesero e immediate s'accostarono alla nave, ma non vi volsero entrar dentro.
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Cenalo Huinanghan Hibusson Abarien Sumatra Taprobana
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