Il capitano, vedendo che non si fidavan di lui, fece metter sopra un legno lungo una berretta rossa e altre cose, e gliele mostrò, le quali costoro presono, e subito si partirono per andar a darne nuova al suo re. E di lí a due ore viddero venir due barche grandi piene d'uomini: il re era nella maggiore, sedendo sopra una sedia coperta d'una stuora. Quando vennero appresso la nave del capitano, la sopradetta schiava parlò e il re la intese (in questo paese è costume che li re sappiano assai linguaggi), il qual subito ordinò che alcuni de' suoi entrassero nella nave, ed esso restò nella barca, la qual fece scostar alquanto dalla nostra. A questi suoi, come vennero ove era il capitano, fu fatto grande onore, e furono presentati. Per la qual cosa il re volse donar al capitano un baston d'oro grosso e un vaso pieno di gengevo; il capitano non lo volse accettare, ma lo ringraziò grandemente. Fatta questa tal familiarità, le nostre navi si drizzarono verso dove era l'abitazion del re.
Il giorno seguente il capitan mandò in un battello la schiava, la qual era interprete, verso terra, a dire al re, se egli avea alcuna cosa da mangiare, che gli piacesse di mandarne alla nave, che saria del tutto integramente satisfatto, perché come amici e non nimici erano venuti a questa isola. Il re medesimo, con otto uomini in sua compagnia, venne col detto battello alla nave, e abbracciò il capitan generale, e dettegli tre vasi grandi di porcellana, coperti di foglie di palme, pieni di risi crudi, e duoi pesci, cioè orate grandi, e altre cose.
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