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      Per le quai parole il re alzando le mani verso il cielo lo ringraziò, pregandolo che fosse contento che alcun de' nostri restasse in quel luogo, accioché egli insieme con gli altri fussero meglio instrutti nella fede cristiana. Il capitano gli disse che per contentarlo ne lasciaria duoi, ma che voleva menar seco duoi figliuoli delli principali uomini, acciò che imparassero la lingua nostra: e quando ritornariano, saperian dir agli altri le cose di Spagna. E oltra di questo che, volendosi far cristiano, gli era necessario abbruciar tutti gl'idoli e in luogo di quelli mettervi la croce, e quella ogni giorno adorare con le mani giunte, e ogni mattina farsi il segno della croce in fronte, mostrando lor come dovean fare, e che di continuo, o almeno la mattina e la sera, era necessario che venissero ov'era la croce e inginocchioni l'adorassero. Il re con tutti li suoi risposero che fariano il tutto volontieri. Dapoi il capitano condusse il re sopra il tabernacolo, dove fu battezzato, e volse che fusse chiamato Carlo, come l'imperador suo signore; il principe Ferdinando, come il fratello di sua Maestà; il re di Messana Giovanni; il Moro Cristoforo. A tutti gli altri posero li lor nomi, e avanti che fusse cominciata la messa, furono battezzati 500 uomini. Dapoi detta la messa, il capitano invitò il re a desinare seco con tutti li suoi principali, ma essi non volsero, ma gli accompagnarono fino alle navi, le quali scaricarono tutta l'artigliaria; e abbracciatisi insieme presero commiato.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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