E quando l'ebbero giurata, il capitano ficcò la sua spada avanti l'altare, dicendo al re che, quando si fa un tal giuramento, si doverria piú presto morire che volerlo rompere. Dipoi il capitano donò al re una catedra di velluto rosso, e gli dimostrò come sempre se la dovea far portar avanti quando andava in alcuno luogo, e che questo voleva che facesse per amor suo; il re rispose che cosí era per fare. Poi detto re donò al capitan generale duoi gioielli legati con oro per appiccarsi agli orecchi, e duoi per metter alle braccia, e duoi attorno le gambe: ed erano carichi di pietre preziose. Questi sono li piú belli ornamenti che sappino usar li re di questi paesi, li quali vanno sempre discalzi, con una tela che li cuopre dalla cintura fino alle ginocchia.
Alcuni giorni dopo il capitano domandò al re e agli altri perché non avevano abbruciati li lor idoli, come aveano promesso quando si fecero cristiani, e perché sacrificavano loro tante carni. Risposero che non facevan questo perché volessero cosa alcuna per loro, ma per cagione d'un ammalato, accioché gl'idoli lo facessero diventar sano: il qual ammalato era già 4 giorni che aveva perso la favella, ed era fratello del principe, uomo molto valente e intelligente quanto alcun altro che fosse nell'isola. Il capitano disse loro che abbruciassero detti idoli e credessero in Iesú Cristo, che, se questo ammalato si volesse battezzar, subito guariria: il che se non fusse vero, era contento che gli fusse tagliata la testa. Il re disse che cosí faria, perché veramente egli credeva in Iesú Cristo; e subito con la croce si misero a far una processione intorno la piazza meglio che seppero, e se ne vennero alla casa ov'era questo ammalato, il qual era disteso, né poteva parlare né muoversi, e lo battezzarono insieme con la moglie e dieci damigelle.
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Iesú Cristo Iesú Cristo
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