Essendo stati dimandati la cagione di tal cosa, mai la seppeno dire.
Come li nostri combatterono con quelli dell'isola di Mathan, e furon superati, e morto il capitano Magaglianes.
Un venerdí, alli XXVI dí d'aprile, Zula, principal dell'isola di Mathan, mandò uno suo figliuolo a presentar due capre al capitano, e a fargli intendere che, per cagion dell'altro principal detto Cilapulapu, non poteva obedir al re di Spagna, e che la notte seguente li volesse mandare una barca piena delli nostri uomini, con l'aiuto delli quali combatteria con il detto. Il capitan generale deliberò d'andar lui in persona con tre barche, e il resto degli uomini lo pregarono che non vi volesse andar lui in persona, ma mandar l'aiuto dimandato: ma egli, come buon capitano, non volse abbandonar li suoi compagni, e alla mezzanotte si partirono sessanta uomini armati con corazzine e celate in compagnia del re fatto cristiano, e principe, e molti altri delli suoi principali, da venti o trenta barche, e a tre ore avanti giorno arivarono a Mathan, ma non ismontarono. Il capitano non volse combattere allora, ma mandò il Moro a parlare a quello Cilapulapu, e dirgli che, volendo obbedir al re di Spagna e riconoscere il re cristiano per suo signore e dargli tributo, esso gli saria amico; se veramente non volesse farlo, che l'aspettasse, che gli saria ben di bisogno aver le lancie lunghe. Costui gli rispose che esso non avea lancie, se non alcune canne abbruciate e legni acuti abbruciati, ma che non venissero a quell'ora ad assaltargli, ma aspettassero che 'l giorno si facesse chiaro, perché potria mettere insieme maggior numero delli suoi: e questo diceva con fizione, accioché li nostri a punto andassero ad assaltarlo in quell'ora, perché egli avea fatto far molte fosse profonde nella sua casa, e venendo li nostri con la oscurità della notte, sariano caduti in quelle.
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