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      E cosí andarono insieme alla sommità d'un'alta montagna, ov'era la stanzia della regina, nell'entrar della quale Antonio le fece riverenzia; ed ella fece il simile verso di lui, e lo fece sedere appresso di sé, la quale lavorava una stuora di palma sottilissimamente, sopra la qual dormono. All'intorno della casa erano poste sopra scanzie molti vasi di porcellana e quattro cimbali di metallo, un grande e gli altri piccoli, con li quali suonano. Vide ancora molte schiave, uomini e femmine che la servivano. Stato un pezzo, prese commiato e se ne ritornò alla casa del re, dove subito gli fu portata una collazione di canne dolzi di zuccaro. Quello ch'è in maggior abondanza in quell'isola, per quanto poté intendere, è l'oro, del quale il re con cenni mostrava ad Antonio Pigafetta che ve n'era gran quantità in alcune valli: ma non avendo ferro per cavarlo, quello restava sotto la terra. Questa parte dell'isola è una cosa medesima con Buthuan, Calaghan, ed è posta sopra Bohol, e confina con Messana.
      Come venne l'ora di mezzodí, Antonio volse ritornar alla nave, per il che montarono in barca, venendo a seconda del fiume, vestito di verdissime ripe, e viddero alla man dritta sopra una mota tre uomini appiccati ad un arbore. Antonio domandò al re chi erano, il qual gli rispose che erano malfattori e ladri. Tutti questi popoli vanno nudi, come abbiamo detto degli altri, e questo re si chiama raia Calavar. Il porto è molto buono. Qui si trovan risi, gengevo, porci, capre, galline e altre cose.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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