Dapoi scoprirono due isole verso levante, dette Zolo e Taghima, appresso le quali intesero che si trovavano perle. Queste due isole sono al presente del re di Burnei, li quali acquistò in questo modo, come gli fu racconto. Detto re prese per moglie la figliuola del re Zolo, la quale un giorno gli disse come suo padre aveva due perle grossissime. Il che udito dal re di Burnei, deliberò di volerle avere, e una notte messe insieme cento di quelli loro navili che chiamano prao, venne a Zolo e prese il re, con duoi suoi figliuoli, e gli condusse prigioni in Burnei: dove, volendosi liberare con li figliuoli, fu forza che gli donasse le perle, e appresso ancora la signoria dell'isole sopradette.
Poi passarono verso levante, alla quarta di greco, fra alcuni villaggi detti Cavit e Subanin, e una isola abitata detta Monoripa, lontana dalle montagne leghe dieci. Le genti di quelle hanno le lor case in barche, e non abitano altramente. In queste ville di Cavit e Subanin nasce la miglior cannella che si possa trovare, e sono nell'isola di Bathuan e Calaghan. Volsero dimorar in quel luogo duoi giorni per caricar le navi, ma, avendo buon vento per passar una punta e certe isole, lasciarono di caricare e fecero vela. Ebbero ventisette libbre di cannella per cambio di duoi coltelli. L'arbore della cannella è alto, e ha da tre in quattro rami, lunghi un cubito e grossi come un dito, e ha la foglia come quella del lauro: e la scorza di detto arbore è la cannella, e si coglie due volte l'anno. E chiamasi la cannella in lingua loro caumana, perché cau vuol dir legno, e mana dolce.
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