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      Passata la fortuna, proseguirono il lor cammino ed entrarono in un porto posto nel mezzo dell'isola Sarangani, ove intesero trovarsi oro e perle. Gli abitatori sono gentili, e vanno nudi come fanno gli altri. Questo porto è sopra l'equinoziale cinque gradi e nove minuti, e lontano da Cavit cinquanta leghe.
      In questo porto stettero un giorno, e presero per forza duo pilotti, che insegnassero loro il cammino verso le Molucche, li quali poi furono contenti di menarli alle dette isole. E partiti di lí a l'ora di mezzodí, passarono fra otto isole, parte delle quali erano abitate e parte deserte, le quali chiamano Ceana, Canido, Cabiaio, Camuca, Cabalu, Chiai, Lipan, Nuza. E proseguirno tanto il cammino, che arrivarono ad una isola detta Sanghir, la qual è posta nella fin di queste isole, molto bella a vedere. E perciò che avevano vento contrario, non poteron passare oltra una punta della detta isola, e però andarono volteggiando di qua e di là d'intorno a quella. E un di quelli pilotti che avevano preso nel porto di Sarangani, e col fratello del re di Mangdando con un suo figliuolo, si fuggirono la notte notando a questa isola; ed essendo il figliuol piccolo, e non si potendo tener fermo sopra le spalle del padre, affogò. Li nostri, perché non poteron passare la detta punta, passarono di sotto dell'isola, dove trovarono molt'altre isole. Questa isola di Sanghir per esser grande ha quattro re, e li popoli son gentili; ed è posta tre gradi e mezzo sopra l'equinoziale verso il polo artico, e venticinque leghe lontana da Sarangani.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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