E cosí vennero al prao e presentarono tutte queste cose al re di Bacchian, il qual sedeva sopra un tapeto e avea disopra una cortina rossa e gialla. Poi il re di Tidore mandò a noi alcune capre, coche, vino e altre cose da mangiare; e noi mettemmo amendue le navi a ordine, e le bandiere al vento, sopra le quali era la croce di San Iacopo di Galizia, con un motto che diceva: «Questa è la figura della nostra buona ventura».
D'un presente fatto al re di Tidore. Di certi uccelli chiamati manucodiata.
Di uno unguento col qual toccato la mano a uno lo fa morire in tre o quattro giorni.
Costume di quelli Indiani nel fabricar le case. E del gengevo.
Il giorno seguente li nostri donarono al re di Tidore alcuni presenti, cioè alcuni pezzi di artiglieria piccoli, come sono archibusi, e quattro barili di polvere, e alcuni bicchieri di vetro, e presero otto botte d'acqua per ciascuna nave. Il re di Bacchian, in segno di far cosa grata alli nostri, volse in compagnia loro smontar in terra, con molti delli suoi Indiani: e sempre avanti del detto re andavan 4 uomini con gli stocchi nudi, che tenevan in mano levati. E venuti ov'era il re di Tidore e tutto il resto del popolo, disse che ogniun poteva intendere che esso voleva esser sempre amico e servitore del re di Spagna, e guardaria a suo nome tutti li garofani lasciati da' Portoghesi, fino a tanto che ritornassero li nostri un'altra volta, né piú n'era per dar ad alcun altro, se non con licenzia de' nostri. E fece un presente di dieci bahar di garofani, che fussero portati al re di Spagna; ma, essendo le navi cariche, non li poteron levar tutti.
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