Questi popoli ne sogliono seccare mettendolo in calcina, accioché duri piú lungamente.
Perché la mattina seguente li nostri volevan partir dalle Molucche, il re di Tidore, di Gilolo e di Bacchian volevan venir ad accompagnare le nostre navi fino alla punta d'una isola detta Mare; ma si scoperse ch'una delle due nostre navi faceva acqua grandemente, per il che restarono ancora tre giorni. Ma, vedendo che non se le poteva trovar rimedio alcuno, se non con gran tempo e spesa, li nostri, fatto consiglio insieme, deliberarono lasciarla, con ordine che, dapoi che fusse racconcia, se ne venisse in Spagna meglio che potesse.
Alli 21 di decembre il re di Tidore venne alla nave, la qual si partiva, e dettele duoi pilotti pagati per condurla fuor dell'isola, dicendo alli nostri che allora era buon tempo per partire. Dette ancora alcune lettere che mandava alla maestà dell'imperadore, e presero licenzia dal re scaricando tutte l'artiglierie. Il re si doleva forte per il partire de' nostri, e non poté contenersi che, montato sopra un batello, non volesse venir ancor un poco drieto alli nostri, e di nuovo lagrimando abbracciarli; e cosí si partirono. Il governatore del re venne con li nostri fino all'isola detta Mare, dove subito li nostri smontati e andati a far legne, ne caricorno la nave, e presero la via verso garbino: e nella nave erano da quarantasei in tutto, con 13 Indiani appresso. In questa isola di Tidore abita una persona che è nella sua fede di quella reputazione che è un vescovo nella nostra, e quello che allora vi si trovava avea quaranta femmine e infiniti figliuoli e figliuole.
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