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      E il primo che pensò di far questa cosa fu Sesostre re d'Egitto, e poi Dario re delli Persiani. Seguitò poi Tolomeo, che fece una fossa larga cento piedi e profonda trenta e lunga da trentasette miglia, insino ai fonti detti Amari: e dall'andar piú oltre la paura della inondazione il fece restare, perché ei cognobbe che 'l mar Rosso era piú alto tre cubiti di tutto il paese dell'Egitto. Altri dicono che questa non fu la cagione, ma ch'ei dubitò che, lasciando venir questo mare innanzi, tutta l'acqua del Nilo si corromperia, la quale è quella sola che dà bevere a tutto l'Egitto. Ma non ostante tutte le cose sopradette, tutto questo viaggio è frequentato per terra, dal mar Egizio insino al mar Rosso, e vi sono tre strade.
      La prima, cominciando dalla bocca del Nilo detto Pelusio, dove si va per l'arena, e se non vi fussero canne alte fitte in terra, che mostrassero la dirittura del cammino, non vi si ritroverebbe la strada, conciosiacosaché 'l vento di continuo la ricuopra. La seconda strada è due miglia lontana dal monte Cassio, e questa anch'ella in capo di 60 miglia vien sopra la strada di Pelusio, e l'abitano alcuni Arabi detti Antei. La terza comincia a Gerro, che si chiama Adipson, e passa per li medesimi Arabi, 60 miglia piú brieve, ma è aspra di monti e molto povera d'acqua. Tutte queste strade conducono alla città d'Arsinoe, edificata nel golfo Carandra del mar Rosso da Tolomeo Filadelfo, e dal nome d'una sua sorella cosí nominata; e questo Tolomeo fu il primo che trascorse tutta quella parte del detto mare che si chiama Trogloditica».


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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