Pagina (1198/1307)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E di lí andati per la medesima costa in altezza di cinque o sei gradi, alla fine di quella trovammo le isole che si chiamano Sarangar e Candicar, che stanno in cinque gradi e mezzo e sono lontane una dall'altra mezza lega per levante e ponente: e quivi facemmo la scala, e trovammo mala gente, ladroni e corsari. E navigano questi e quelli della isola grande già detta in navilii che chiamano giunchi, caracoas e paraos , di ogni sorte, grandi e mezzani, di buona taglia e buoni per navigare, i quali, ancora che non abbiano pece per impegolarli, il piú di quelli però stanno di tal maniere legati con stoppa e con chiodi di legno, che non fanno acqua alcuna. Questi sono li piú mezzani, ma li grandi portano la sua inchiodatura e vanno impegolati con pece di diverse sorti di bitumi, che hanno in queste due isole, delle quali c'impatronimmo per forza: e perché ne mancorno le vettovaglie, mangiammo di quelle della terra, che sono risi, galline, porci e capre. E di quivi il capitano generale determinò di mandar Bernardo della Torre, in un navilio picciolo che egli aveva, con 18 o venti uomini alla volta della Nuova Spagna, e dare aviso al vice re della nostra navigazione fino a queste isole: e quello che questo dice fu uno di quelli. E volendo fare questa navigazione col detto navilio, venimmo alla parte di tramontana, navigando per la parte di levante della detta isola grande di Vendenao, e alla tramontana di quella in dodici gradi trovammo un'isola che chiamano Tendaia, e noi altri la chiamammo Filippina, dove trovammo gente mansueta, che ne raccolse e diede vettovaglie per il nostro riscatto.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





Sarangar Candicar Bernardo Torre Nuova Spagna Vendenao Tendaia Filippina