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      Finalmente, dopo molti travagli e fortune che ebbero, giunsero nella Nuova Spagna, e diedero nuova al vice re di quanto per noi era stato fatto; ma noi non lo sapemmo se non dapoi.
      In questa isola di Tidore dove eravamo restati, e nelle altre isole di Maluccho, vi sono garofani, gengevo, noci moscate, cannella e pepe. Quivi ne mandarono li Portoghesi a protestare, dicendo che uscissimo della terra, che era della sua conquista, offerendone di darne passaggio: nella qual terra essi non hanno ragione alcuna, perché tutte queste isole e cinquecento leghe piú avanti, fino passata Malaccha, entrarono nella parte e conquista di sua Maestà, conforme alli cammini che fino lí io viddi, perché tutte queste isole e terre io descrissi e posi nelle sue altezze e parizzi. E potevano essere settanta uomini quelli che quivi stavano, e il re di Tidore ne dava tutte le cose necessarie, e diceva che egli voleva esser vassallo dell'imperadore, e ne prometteva di dare una nave per navigare alla volta della Nuova Spagna nell'anno seguente, perché la nostra era rotta; ma il nostro capitano deliberò di accordarsi con li Portoghesi, contra la volontà d'alcuni di noi altri, e segnalatamente di me, che mi offersi di far la navigazione verso la Nuova Spagna con detta nave. Ma il capitano volse proseguire l'accordo fatto co' Portoghesi, che era che ne dessero passaggio e vettovaglie fino in Spagna per la banda della lor navigazione, il quale accordo fu adempito con alcuni di noi altri, che ne condussero, e con altri no, perché volsero restare ivi.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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