Dice che quando uno sta infermo che usano quelli religiosi andarlo a visitare, consolarlo ed exortarlo a far testamento; e quando vedono che stanno in pericolo di morte, gli predicano li beni dell'altra vita, e che non piglino fastidio per le cose presenti, poi che vedono essere tutte vanità. E quando muorono vengono li detti religiosi in processione, cantando e portando il defunto al claustro del monasterio, sempre pregando Iddio che gli perdoni li suoi peccati, e soterrano tutti, poveri e ricchi, senza nessuna differenza, né pigliano per questo cosa alcuna o premio, anzi saria tenuto mal uomo ch'il pigliasse: è ben vero che, se li parenti del defunto li vogliono donar qualcosa per limosina, la pigliano.
Afferma ancora che si usa in questa terra una sorte di penitenzia al modo seguente, digiunando e servando castità cento giorni continui, e dopo intrano in un bosco molto grande vicino ad un monte, nel quale sono molti pagodi che son a modo di eremitorii, dove abitano alcuni eremiti di molta aspra vita. Si odono in questo monte e bosco molti gridi e voci orribili e spaventose, e si vedono molti fuochi; e stanno in detto bosco settantacinque giorni, non mangiando al giorno altro che tanto riso quanto possano tenere nella palma della mano, e non bevendo piú che tre volte l'acqua. Al fin di settantacinque giorni si ragunano poi tutti insieme e vanno per il deserto che è all'intorno del detto bosco, e che alle volte sono in gran numero e passano piú di mille; e avanti a un pagodi inginocchioni si confessano ognuno di tutti li lor peccati della sua vita ad alta voce, tacendo e ascoltando tutti gli altri, ed essendosi confessati cosí publicamente, ognuno di loro giura sopra il pagodi di mai dir niente di quanto averà sentito nella tal confessione poi che sarà fuora del deserto.
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Iddio
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