E non portando le arene di questi duoi notabili fiumi, cioè Canagà e Gambea, tanto oro come si troveria in quelle delli nostri fiumi Tago e Mondego, nondimeno è tanto cambiata e mutata la opinion degli uomini, che manco stimano quello che possono aver appresso loro che quello che con tanti pericoli e travagli della vita, come passano nell'andarlo cercando in questi duoi fiumi barbari.
E perché di queste e di molte altre cose, delle quali copiosamente trattiamo nella nostra geografia, il re don Giovanni era già informato avanti la venuta de Bemoii, signor della provincia di Guinea, ed egli lo confirmò piú in quelle, però li parve cosa molto utile al suo stato e al bene delli suoi sudditi far fare una fortezza sopra le ripe di questo fiume Canagà, che saria come una porta, percioché con l'aiuto di questi popoli ialofi aveva speranza in Dio che, per mezzo di questo suo principe don Giovanne Bemoii, si convertirebbero alla fede (come fu convertito il regno di Manicongo), e allora poteria intrar nella interior parte di quella gran terra fin a congiungersi col Prete Ianni, del qual egli tanto fondamento faceva per le cose della India. E sí come per il castello di Arguin e il luogo del riscatto del Cantor, Serra Liona e fortezza della Mina, gran parte della terra di Guinea era privata dell'oro che aveva in sé, con questa fortezza sopra il fiume Canagà restaria privata dell'altro oro che correva alle due fiere che dicemmo, per esser ambedue situate lungo le rive di quello, per il che non verrebbe alle mani de' Mori, li quali andavan a cercarlo per tanti diserti con carovane di camelli, che spesse fiate restavano sepeliti con quelle nelle arene della Libya per le quali camminavano.
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