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      La terra in sé ha tutte le sorti di metallo in gran quantità. Lavori mecanici sono molto piú che in Fiandra e Alamagna, perché è tanto grande il popolo che per sostentarsi fanno opere d'ogni sorte, tanto eccellenti e sottili che non paiono fatte con le mani, ma lavorate dalla natura. Finalmente è tanto grassa e abbondante di tutto che, stando alcuni delli nostri in un porto appresso la città di Nimpò, in tre mesi hanno visto caricar quattrocento bahari di seta sciolta e tessuta, che sono milletrecento cantari delli nostri di Lisbona, che fanno centosessantasei migliara in circa al peso grosso di Venezia. Abbiamo dato una general notizia di questi principi per le cause che adietro abbiamo detto.
     
     
      Capitolo primo del libro decimo, nel quale si descrive la regione del regno di Cefala, e delle mine d'oro e l'altre cose che vi sono, ed etiam delli costumi della gente e del suo principe Benomotapa.
     
      Tutta la terra che contammo del regno di Cefala è una grande regione signoreggiata da un principe gentile chiamato Benomotapa, la quale è abbracciata in modo d'isola da due braccia d'un fiume che procede dal piú notabile lago che ha tutta l'Africa, molto desiderato di saper dalli antichi scrittori per esser il principio nascoso dello illustre Nilo, del qual etiam procede il nostro Zaire, che corre per il regno di Manicongo. Per la qual parte potemo dire essere questo grande lago piú vicino al nostro mare oceano occidentale che all'orientale, secondo la situazione di Ptolomeo, percioché del medesimo regno di Manicongo si mettono in lui questi sei fiumi: Bancare, Vamba, Cuyla, Bibi, Mariamaria, Zanculo, che sono molto potenti in acque, oltra di altri senza nome, che lo fanno quasi un mare navigabile di molte vele, nel quale vi è l'isola che fa da sé piú di trentamilia uomini, che vengono a far guerra con quelli della terra ferma.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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