E di questi tre notabili fiumi che al presente sapemo proceder di questo lago, li quali vengono ad uscire nel mare tanto distanti l'uno dall'altro, quel che corre per piú terre è il Nilo, il quale li Abissini della terra del Prete Ianni chiamano Tacuii, nel quale si mettono altri duoi notabili, che Ptolomeo chiama Astabora e Astapus, e li naturali Taccazii e Abanhi. E ancora che questo Abanhi (che appresso loro vuol dire padre dell'acque, per l'abondanzia che ha) procede da un altro grande lago chiamato Barcena, e da Ptolomeo Coloa, ed etiam abbia isole dentro dove sono alcuni monasterii di religiosi, come si vedrà nella nostra geografia, non possono compararsi a questo nostro grande lago, percioché, secondo la informazione che abbiamo per via di Manicongo e di Cefala, averà di lunghezza piú di cento leghe. Il fiume che vien contra Cefala, dapoi che esce di questo lago e corre per molta distanzia, si divide in due braccia: l'uno va a uscir di qua del capo delle Correnti, ed è quello che li nostri anticamente chiamano Fiume del Lago, e al presente dello Spirito Santo, novamente posto per Lorenzo Marquez, che andò a discoprirlo l'anno del millecinquecentoquarantacinque; e l'altro braccio esce a basso di Cefala venticinque leghe, chiamato Cuama, ancora che dentro per la terra ferma li popoli lo chiamano Zambere. Il qual braccio è molto piú potente in acque che l'altro dello Spirito Santo, per esser navigabile piú di ducentocinquanta leghe, e perché in lui si mettono questi sei notabili fiumi, cioè Panhames, Luangoa, Arruya, Maniovo, Inadire, Ruenia, che tutti bagnano la terra di Benomotapa: in la maggior parte di loro si trova assai oro.
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