E della Persia vennero verso il mar Maggior a Trabesonda, e poi a Constantinopoli, Negroponte, e ultimamente a Venezia.
Dove giunti che furono, intravenne loro quel medesimo ch'avenne ad Ulisse che, dapoi venti anni tornato da Troia in Itaca sua patria, non fu riconosciuto da alcuno:cosí questi tre gentiluomini, dapoi tanti anni ch'eran stati lontani dalla patria, non furno riconosciuti da alcuno de' loro parenti, i quali fermamente riputavano che fussero già molti anni morti, perché cosí anche la fama era venuta. Si trovavan questi gentiluomini, per la lunghezza e sconci del viaggio, e per le molte fatiche e travagli dell'animo, tutti tramutati nella effigie, che rappresentavano un non so che del tartaro nel volto e nel parlare, avendosi quasi dementicata la lingua veneziana. Li vestimenti loro erano tristi e fatti di panni grossi, al modo de' Tartari. Andarono alla casa loro, la qual era in questa città nella contrada di S. Giovan Crisostomo, come ancora oggidí si può vedere, ch'a quel tempo era un bellissimo e molto alto palaggio, e ora è detta la corte del Millioni, per la caggione che qui sotto si narrerà: e trovarono che in quella erano entrati alcuni suoi parenti, alli quali ebbero grandissima fatica di dar ad intendere che fussero quelli che erano, perché, vedendoli cosí trasfigurati nella faccia e mal in ordine d'abiti, non poteano mai credere che fussero quei da Ca' Polo, ch'aveano tenuti tanti e tanti anni per morti.
Or questi tre gentiluomini (per quello ch'io essendo giovanetto n'ho udito molte fiate dire dal clarissimo messer Gasparo Malipiero, gentiluomo molto vecchio e senatore di singular bontà e integrità ch'avea la sua casa nel canale di S. Marina, e sul cantone ch'è alla bocca del rio di San Giovan Crisostomo, per mezo a punto della ditta corte del Millioni, che riferiva d'averlo inteso ancor lui da suo padre e avo, e d'alcuni altri vecchi uomini suoi vicini) s'imaginarono di far un tratto col qual, in un istesso tempo, ricuperassero e la conoscenza de' suoi e l'onor di tutta la città, che fu in questo modo: che, invitati molti suoi parenti ad un convito, il qual volsero che fosse preparato onoratissimo e con molta magnificenza nella detta sua casa, e venuto l'ora del sedere a tavola, uscirono fuori di camera tutti tre vestiti di raso cremosino, in veste lunghe fino in terra, come solevano standosi in casa usare in que' tempi; e data l'acqua alle mani, e fatti seder gli altri, spogliatesi le dette vesti se ne misero altre di damasco cremosino, e le prime di suo ordine furono tagliate in pezzi e divise fra li servitori.
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