Il quale, essendo poi giunto all'età matura, morto Giovanni conte di Brena, re di Ierusalemme, suo suocero (che avendogli dopo la morte di Roberto suo fratello data la sua figliuola Marta per moglie, e col consiglio de' primi baroni del governo dell'imperio governato e molto valorosamente dall'impeto del Vatazzo difeso alquanti anni lo stato), fu coronato imperatore di Constantinopoli. Ed è quello del quale messer Marco Polo nel principio del suo libro scrivendo dice: «Nel tempo di Balduin imperatore di Constantinopoli, dove allora soleva stare un podestà di Venezia per nome di messer lo dose, correndo gli anni di nostro Signore 1250, etc.».
Di qui avenne che, volendo egli al tempo che compose e scrisse questo libro in Genova, che fu del 1298, notificar particolarmente e descrivere il tempo apunto nel quale suo padre e zio s'erano ritrovati in Constantinopoli, che fu l'anno 1250, nel principato di messer Marin Moresini doge di Venezia, giudicò lui cosa molto degna e lodevole (ancor che in quel tempo gran parte della porzione del stato di Veneziani nella Romania fosse già perduta con la signoria de' Francesi in Grecia) incominciar con la memoria di questo tempo a descriver il suo viaggio, per dimostrare l'onorificenzia e grandezza in che per avanti era stata la sua patria: perciò che, allora ch'egli dimorava prigione in Genova, erano già nel spacio di que' quarantaotto anni stati scacciati li Francesi dal Vatazzo, col sopradetto Baldovino imperatore che lui nomina, e per mezo di Michel Paleologo gli Greci ritornati nel lor primo imperio di Constantinopoli.
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