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      Ma pensando esser quasi impossibile di partirsi mai dall'obedienza del gran Can re de' Tartari, non scrisse sopra i suoi memoriali se non alcune poche cose, le quali ancora gli pareva grande inconveniente che andassero in oblivione, essendo cosí mirabili, e che mai da alcun altro erano state scritte, acciò che quelli che mai le sono per vedere, al presente col mezo di questo libro le conoschino e intendino qual fu fatto l'anno del MCCXCVIII.
     
     
      Proemio secondo sopra il libro di messer Marco Polo, fatto da fra Francesco Pipino bolognese dell'ordine de' frati predicatori, quale lo tradusse in lingua latina e abbreviò, del MCCCXX.
     
      Per prieghi di molti reverendi padri miei signori, io tradurrò in lingua latina dalla volgare il libro del nobile, savio e onorato messer Marco Polo, gentiluomo di Venezia, delle condizioni e usanze delle regioni e paesi dell'Oriente, dilettandosi ora i prefati miei signori piú di leggerlo in lingua latina che nella volgare. E acciò che la fatica di questo tradurre non paia vana e inutile, ho considerato che pel leggere di questo libro, che per me sarà fatto latino, i fedel uomini che son fuori d'Italia possino ricever merito da Dio di molte grazie, però ch'essi, vedendo le maravigliose operazioni d'Iddio, si potranno molto maravigliare della sua virtú e sapienza; e considerando che tanti popoli pagani sono pieni di tanta cecità e orbezza e di tante spurcizie, li cristiani ringraziarann'Iddio il qual, illuminando i suoi fedeli di luce di verità, s'ha degnato di voler cavargli da cosí pericolose tenebre, menandogli nel suo maraviglioso lume di gloria; o che que' cristiani, avendo compassione e cordoglio dell'ignoranza de' detti pagani, pregherann'Iddio per l'illuminazione de' cuori di quelli; o che per questo libro la durezza e ostinazione de' non devoti cristiani si confonderà, vedendo gl'infedeli popoli piú pronti ad adorare gl'idoli falsi che molti cristiani il Dio vero; o forse che alcuni religiosi per amplificare la fede cristiana, vedendo che 'l nome del nostro Signor dolcissimo è incognito in tanta moltitudine di popoli, si commoveranno ad andare in quei luoghi per illuminar quelle accecate nazioni degl'infedeli: nel qual luogo, secondo che dice l'Evangelio, è molta biada e pochi lavoratori.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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