E partendosi da quel luogo e andando piú oltre, passorno il fiume Tigris, ch'è uno de' quattro fiumi del paradiso e poi un deserto di 17 giornate, non trovando città, castello overo altra fortezza, se non Tartari che vivono alla campagna in alcune tende, con li loro bestiami. Passato il deserto, giunsero ad una buona città detta Bocara, e la provincia similmente Bocara, nella regione di Persia, la qual signoreggiava un re chiamato Barach: nel qual luogo essi dimororno tre anni, che non poterno ritornar indietro né andar avanti, per la guerra grande ch'era fra li Tartari.
In questo tempo un uomo dotato di molta sapienzia fu mandato per ambasciatore dal sopradetto signor Alaú al gran Can, ch'è il maggior re di tutti i Tartari, qual sta ne' confini della terra fra greco e levante, detto Cublai Can. Il qual, essendo giunto in Bocara e trovando i sopradetti due fratelli, i quali già pienamente avevano imparato il linguaggio tartaresco, fu allegro smisuratamente, però ch'egli non avea veduto altre volte uomini latini, e desiderava molto di vederli: e avendo con loro per molti giorni parlato e avuto compagnia, vedendo i graziosi e buoni costumi loro, gli confortò che andassino seco insieme al maggior re de' Tartari, che gli vederia molto volentieri, per non esservi mai stato alcun latino, promettendo loro che riceveriano da lui grandissimo onore e molti beneficii. I quali, vedendo che non poteano ritornar a casa senza grandissimo pericolo, raccomandandosi a Dio, furono contenti d'andarvi, e cosí cominciarono a camminare col detto ambasciatore alla volta di greco e tramontana, avendo seco molti servitori cristiani ch'avevano menati da Venezia.
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