E un anno intiero stettero ad aggiungere alla corte del prefato maggior re de' Tartari, e la cagione perché indugiassero e stessero tanto tempo in questo viaggio fu per le nevi e per le acque de' fiumi ch'erano molto cresciute, sí che, camminando, bisognò che aspettassero fino a tanto che le nevi si disfacessero e che l'acque discrescessero. E trovorno molte cose mirabili e grandi, delle quali al presente non si fa menzione, perché sono scritte per ordine da messer Marco, figliuolo di messer Nicolò, in questo libro seguente.
I quali messer Nicolò e messer Maffio essendo venuti davanti il prefato gran Can, il qual era molto benigno, gli ricevette allegramente e fece grandissimo onore e festa della loro venuta, percioché mai in quelle parti erano stati uomini latini; e cominciolli a dimandare delle parti di ponente e dell'imperatore de' Romani e degli altri re e principi cristiani, e della grandezza, costumi e possanza loro, e come ne' suoi reami e signorie osservavano giustizia, e come si portavano nelle cose della guerra; e sopra tutto gli domandò diligentemente del papa de' cristiani, delle cose della Chiesa e del culto della fede cristiana. E messer Nicolò e messer Maffio, come uomini savi e prudenti, gli esposero la verità, parlandoli sempre bene e ordinatamente d'ogni cosa in lingua tartara, che sapevano benissimo: per il che spesse volte detto gran Can comandava che venissero a lui, ed erano molto grati avanti gli occhi di quello.
Avendo adunque il gran Can inteso tutte le cose de' latini, come li detti due fratelli gli avevano saviamente esposto, si era molto sodisfatto; e proponendo nell'animo suo di volerli mandar ambasciatori al papa, volse aver prima il consiglio sopra di questo de' suoi baroni, e dopo, chiamati a sé i detti due fratelli, gli pregò che per amor suo volessero andar al papa de' Romani, con uno de' suoi baroni che si domandava Chogatal, a pregarlo che li piacesse di mandargli cento uomini savi e bene instrutti della fede cristiana e di tutte le sette arti, i quali sapessero mostrar a' suoi savi, con ragioni vere e probabili, che la fede de' cristiani era la migliore e piú vera di tutte l'altre, e che gli dei de' Tartari e li suoi idoli qual adorano nelle loro case erano demonii, e ch'egli e gli altri d'Oriente erano ingannati nell'adorare de' suoi dei.
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