Era in Acre allora legato di quel papa uno nominato messer Tebaldo de' Vesconti di Piacenza, al qual essi dissero tutto ciò che tenevano d'ordine del gran Can; costui gli consigliò che al tutto aspettassero la elezione del papa, e che poi esequiriano la loro ambasciaria. Li quali fratelli, vedendo che questo era il meglio, dissero che cosí fariano, e che fra questo mezo volevano andar a Venezia a veder casa sua. E partiti d'Acre con una nave, vennero a Negroponte e di lí a Venezia dove giunti, messer Nicolò trovò che sua moglie era morta, la quale nella sua partita aveva lasciata gravida, e avea partorito un figliuolo al qual avean posto nome Marco, il qual era già di anni 19: questo è quel Marco che ordinò questo libro, il quale manifestarà in esso tutte quelle cose le quali egli vidde.
In questo mezo la elezione del papa si indugiò tanto ch'essi stettero in Venezia due anni continuamente aspettandola; quali essendo passati, messer Nicolò e messer Maffio, temendo che 'l gran Can non si sdegnasse per la troppo dimoranza loro, overo credesse che non dovessino tornar piú da lui, ritornarono in Acre, menando seco Marco sopradetto; e con parola del prefato legato andorno in Ierusalem a visitar il sepolcro di messer Iesú Cristo, dove tolsero dell'oglio della lampada, sí come dal gran Can gli era stato comandato. E pigliando le lettere del detto legato drizzate al gran Can, nelle quali si conteneva come essi avevano fatto l'officio fedelmente, e che ancora non era eletto il papa de' cristiani, andorno alla volta del porto della Giazza.
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