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      Dopo, dimandando il gran Can di Marco chi egli era, e rispondendogli messer Nicolò ch'egli era servo di sua Maestà, ma suo figliuolo, l'ebbe molto a grato, e fecelo scrivere tra gli altri suoi famigliari onorati: per la qual cosa da tutti quelli della corte era tenuto in gran conto ed existimazione; e in poco tempo imparò i costumi de' Tartari, e quattro linguaggi variati e diversi, ch'egli sapea scrivere e leggere in ciascuno. Dove che 'l gran Can, volendo provar la sapienza del detto messer Marco, mandollo per una facenda importante del suo reame ad una città detta Carazan, nel cammino alla qual consumò sei mesi: quivi si portò tanto saviamente e prudentemente in tutto ciò che gli era stato commesso, che il gran Can l'ebbe molto accetto. E perché lui si dilettava molto di udir cose nuove, e de' costumi e delle usanze degli uomini e condizioni delle terre, messer Marco, per ciascuna parte che egli andava, cercava d'esser informato con diligenza, e facendo un memoriale di tutto ciò ch'intendeva e vedeva, per poter compiacere alla voluntà del detto gran Can. E in ventisei anni ch'egli stette suo familiare, fu sí grato a quello che continuamente veniva mandato per tutti i suoi reami e signorie per ambasciatore per fatti del gran Can, e alcune volte per cose particular di esso messer Marco, ma di volontà e ordine del gran Can. Questa adunque è la ragione che 'l prefato messer Marco imparò e vidde tante cose nuove delle parti d'oriente, le quali diligentemente e ordinatamente si scriveranno qui di sotto.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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