Cap. 17.
Avendosi detto d'Ormus, voglio che lasciamo star il parlare dell'India, la qual sarà descritta in un libro particolare, e che retorniamo di nuovo a Chiermain verso tramontana. E però dico che, partendosi da Ormus e andando verso Chiermain per un'altra strada, si truova una pianura bellissima e abondante d'ogni sorte di vettovaglie: ma il pan di frumento che nasce in quella terra non si può mangiare se non da quelli che vi sono usi per longo tempo, per esser amaro per causa dell'acque, le quali son tutte amare e salse. E da ogni canto si veggono scorrere bagni caldi, molto utili a guarire e sanare molte infermità che vengono agli uomini sopra la persona. Vi sono anco molti dattoli e altri frutti.
Come partendosi da Chiermain si va per un deserto di sette giornate alla città di Cobinam, e dell'acque amare che si truovano, e alla fine di un fiume d'acqua dolce.
Cap. 18.
Partendosi di Chiermain e cavalcando per tre giornate s'arriva a un deserto pel quale si va fino a Cobinam, e dura sette giornate, e ne' primi tre giorni non si trova salvo che un poco d'acqua: e quella è salsa e verde come l'erba d'un prato, ed è tanto amara che niuno ne può bere, e s'alcuno ne bee pur una gocciola va da basso piú di dieci volte, e similmente gli avviene se mangiasse un sol grano di sale che si fa di quell'acqua. E però gli uomini che passano per que' deserti si portano dietro dell'acqua, ma le bestie ne beono per forza constrette dalla sete, e subito patiscono flusso di corpo. In tutte queste tre giornate non si truova pur un'abitazione, ma tutto è deserto e secco; non vi sono bestie, perché non hanno che mangiare.
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