E si cammina per dodici giornate per questa pianura, la qual si chiama Pamer, e in tutto questo cammino non si truova alcuna abitazione, per il che bisogna che i viandanti portino seco le vettovaglie. Ivi non appare sorte alcuna d'uccelli, per l'altezza de' monti, e gli fu affermato per miracolo che per l'asprezza del freddo il fuoco non è cosí chiaro come negli altri luoghi, né si può ben con quello cuocere cosa alcuna.
Poi che si ha cavalcato le dette dodici giornate, bisogna cavalcare circa quaranta giornate pur verso levante e greco, continuamente per monti, coste e valli, passando molti fiumi e luoghi deserti, ne' quali non si truova abitazione né erba alcuna, ma bisogna che li viandanti portino seco da vivere: e questa contrada si chiama Beloro. Nelle sommità di quei monti altissimi vi abitano uomini che sono idolatri e come salvatichi, quali non vivono d'altro che di cacciagioni di bestie, si vestono di cuori e sono genti inique.
Della città di Cascar, e delle mercanzie che fanno gli abitanti.
Cap. 29.
Dopo si perviene a Cascar, che (come si dice) già fu reame, ma ora è sottoposto al dominio del gran Can, le cui genti osservano la legge di Macometto. La provincia è grande, e in quella sono molte città e castella, delle quali Caschar è la piú nobile e maggiore; sono tra levante e greco. Gli abitanti di questa provincia hanno parlar da per sé, vivono di mercanzie e arti, e specialmente de' lavorieri di bambagio. Hanno belli giardini e molte possessioni fruttifere e vigne; vi nasce bambagio in grandissima quantità, lino e canevo.
| |
Pamer Beloro Cascar Cascar Can Macometto Caschar
|