Cap. 33.
Peym è una provincia la cui longhezza è di cinque giornate tra levante e greco, le cui genti sono macomettane e soggette al gran Can. Vi son molte città e castella, ma la piú nobile si chiama Peym; per quella discorre un fiume, nel qual si truovano molte pietre di calcedonii e diaspri. Sono in questa provincia tutte le cose necessarie; ivi ancor nasce il bambagio. Gli uomini vivono d'arti e di mercanzie, e hanno questo brutto costume, che se la donna ha marito al qual accada andar ad altro luogo dove abbia a stare per venti giorni, la donna, secondo la loro consuetudine, subito può torre un altro marito, s'ella vuole; e gli omini ovunque vadano similmente si maritano.
E tutte le provincie sopradette, cioè Caschar, Cotam, Peym, fino alla città di Lop, sono comprese nelli termini della gran Turchia. Seguita della provincia Ciarcian.
Della provincia di Ciarcian, e delle pietre di diaspri e calcedonii che si trovano ne' fiumi e sono portati in Aucata; e come gli abitanti fuggono ne' deserti quando passa l'esercito de' Tartari.
Cap. 34.
Ciarcian è una provincia della gran Turchia, tra greco e levante; già fu nobile e abondante, ma da' Tartari è stata destrutta. Le sue genti osservano la legge di Macometto. Sono in detta provincia molte città e castelli, ma la città maestra del regno è Ciarcian. Vi sono molti fiumi grossi, ne' quali si trovano molti diaspri e calcedonei che si portano fino ad Ouchah a vendere, e di quelli ne fanno gran mercanzia, per esservene gran copia. Da Peym fino a questa provincia e anco per essa è tutta arena, e sonvi molte acque triste e amare, e in pochi luoghi ve n'è di dolci e buone.
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