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      Per il che, quando il signore di questi centomila vuol mandarne alcuna parte a qualche espedizione, comanda al capo di diecimila che li dia mille uomini, e il capo di diecimila comanda al capo di mille, e il capo di mille al capo di cento, e il capo di cento al capo di dieci, e allora tutti i capi delle decine sanno le parti che li toccano, e subito danno quelle a' suoi capi: cento capi a' cento di mille, e mille capi ai capi di diecimila, e cosí subito si discernono; e tutti sono obedientissimi a' suoi capi. Item ciascun centinaio si chiama un tuc, dieci un toman, per migliaio, centinaio e decina. E quando si muove l'esercito per andar a far qualche impresa, essi mandano avanti gli altri uomini per la loro custodia per due giornate, e mettono genti da dietro e da' lati, cioè da quattro parti, a questo effetto, acciò che qualche esercito non possi assaltargli all'improviso.
      E quando vanno con l'esercito lontani, non portano seco cosa alcuna, di quelle massimamente che sono necessarie pel dormire. Vivono il piú delle volte di latte (come s'è detto), e fra cavalli e cavalle sono per ciascun uomo circa diciotto: e quando alcun cavallo è stracco pel cammino si cambia un altro; nondimeno portano seco vasi per cuocer la carne. Portano anco seco le sue picciole casette di feltro alla guerra, dentro alle quali stanno al tempo della pioggia. E alle volte, quando ricerca il bisogno e pressa di qualche impresa che si facci presta, cavalcano ben dieci giornate senza vettovaglie cotte, e vivono del sangue de' suoi cavalli, però che ciascuno punge la vena del suo e beve il sangue.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136