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      Ora abbiamo dichiarato li costumi e consuetudini de' Tartari; non però che abbiamo detto i grandissimi fatti e imprese del gran Can, signor di tutti i Tartari. Ma vogliamo ritornare al nostro proposito, cioè alla gran pianura nella quale eravamo quando cominciammo de' fatti di Tartari.
     
      Come, partendosi da Carachoran, si trova la pianura di Bargu, e de' costumi degli abitanti in quella; e come doppo quaranta giornate si trova il mare Oceano; e delli falconi e girifalchi che vi nascono; e come la Tramontana a chi la guarda appar verso mezodí.
      Cap. 49.
     
      Partendosi da Carachoran e dal monte Altay, dove si sepeliscono i corpi degl'imperatori de' Tartari, come abbiam detto di sopra, si va per una contrata verso tramontana, che si chiama la pianura di Bargu e dura ben circa sessanta giornate; le cui genti si chiamano Mecriti, e sono genti salvatiche, perché vivono di carne di bestie, la maggior delle quali sono a modo di cervi, li qual anco cavalcano. Vivono similmente d'uccelli, perché vi sono molti laghi, stagni e paludi, e detta pianura confina verso tramontana col mare Oceano, e quelli uccelli che si spogliano delle piume vecchie conversano il piú dell'estate circa quell'acque, e quando sono del tutto ignudi, che non possono volare, quelli prendono al loro buon piacere; e vivon ancora de pesci. Queste genti osservano le consuetudini e costumi de' Tartari, e sono sudditi al gran Can. Non hanno né biade né vino, e nell'estate hanno cacciagioni e prendono gran quantità d'uccelli; ma il verno, pel grandissimo freddo, non vi possono stare bestie né uccelli.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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