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      Hanno costoro un bestiale e orribil costume, che quand'alcuno per il dominio è giudicato a morte, lo tolgono e cuocono e mangianselo; ma se muore di propria morte non lo mangiano. Oltre il nome sopradetto si chiamano anco bachsi, cioè di tal religione overo ordine come si direbbono frati predicatori overo minori, e sono tanto ammaestrati ed esperti in quest'arte magica o diabolica che fanno quasi ciò che vogliono, e fra l'altre se ne dirà una fuor di ogni credenza.
      Quando il gran Can nella sua sala siede a tavola, la quale, come si dirà nel libro di sotto, è d'altezza piú d'otto braccia, e in mezo della sala, lontano da detta tavola, è apparecchiata una credenziera grande, sopra la quale si tengono i vasi da bere, essi operano con l'arti sue che le caraffe piene di vino overo latte o altre diverse bevande da se stesse empiono le tazze loro senza ch'alcuno con le mani le tocchino, e vanno ben per dieci passa per aere in mano del gran Can; e poi ch'ha bevuto, le dette tazze ritornano al luogo d'onde erano partite: e questo fanno in presenza di coloro i quali il signore vuol che veggano. Questi bachsi similmente, quando sono per venire le feste delli suoi idoli, vanno al gran Can e li dicono: «Signore, sappiate che, se li nostri idoli non sono onorati con gli olocausti, faranno venire mal tempo e pestilenze alle nostre biade, bestie e altre cose: per il che vi supplichiamo che vi piaccia di darne tanti castrati con li capi neri e tante libre d'incenso e legno di aloè, che possiamo fare il debito sacrificio e onore». Ma queste parole non dicono personalmente al gran Can, ma a certi principi che sono deputati a parlar al signore per gli altri, ed essi dopo lo dicono al gran Can, qual li dona integramente ciò che domandano.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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