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      E perché nel presente luogo è a proposito di parlar d'alcuna cosa delli eserciti del gran Can, è da sapere che in tutte le provincie del Cataio, di Mangi e in tutt'il resto del dominio suo vi si truovano assai genti infideli e disleali, che se potessero si ribellerian al lor signore: e però è necessario, in ogni provincia ove sono città grandi e molti popoli, tenervi eserciti che stanno alla campagna 4 o 5 miglia lontani dalla città, quali non possono avere porte né muri, di sorte che non se gli possa entrar dentro a ogni suo piacere. E questi eserciti il gran Can gli fa mutar ogni due anni, e il simil fa de' capitani che governano quelli, e con questo freno li popoli stanno quieti e non si possono movere né far novità alcuna. Questi eserciti, oltre il denaro che li dà di continuo il gran Can delle intrate delle provincie, vivono d'un infinito numero di bestie che hanno, e del latte qual mandano alla città a vendere, e si comprano delle cose che gli bisognano, e sono sparsi per 30, 40 e 60 giornate in diversi luoghi; la mità de' quali eserciti se avesse voluto congregar Cublai, sarebbe stato un numero maraviglioso e da non credere.
      Fatto il sopradetto esercito, Cublai Can s'aviò con quello verso il paese di Naiam, cavalcando dí e notte, e in termine di 25 giornate vi aggionse; e fu cosí cautamente fatto questo viaggio che Naiam né alcun de' suoi lo presentí, perch'erano state occupate tutte le strade, che niuno poteva passare che non fosse preso. Giunto appresso un colle oltre il quale si vedea la pianura dove Naiam era accampato, Cublai fece riposare le sue genti per due giorni e, chiamati li astrologhi, volse che con le loro arti in presenza di tutto l'esercito vedessero chi dovea aver la vittoria, li quali dissero dover esser di Cublai: questo effetto di divinazione sogliono sempre far li gran Cani per far innanimar li loro eserciti.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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