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      Con questa adunque ferma speranza, una mattina a buon'ora l'esercito di Cublai, asceso il colle, si dimostrò a quello di Naiam, qual stava molto negligentemente, non tenendo in alcuna parte spie né persona alcuna per guardia, ed era in un padiglione dormendo con una sua moglie; pur risvegliato si mise ad ordinar meglio che poté il suo esercito, dolendosi di non aversi congionto con Caidu. Cublai era sopra un castel grande di legno pieno di balestrieri e arcieri, e nella sommità v'era alzata la real bandiera con l'imagine del sole e della luna; e questo castello era portato da quattro elefanti tutti coperti di cuori cotti fortissimi, e di sopra v'erano panni di seta e d'oro. Cublai ordinò il suo esercito in questo modo: di 30 schiere di cavalli, ch'ognuna avea 10 mila tutti arcieri, ne fece tre parti, e quelle dalla man sinistra e destra fece prolongare molto atorno l'esercito di Naiam; avanti ogni schiera di cavalli erano 500 uomini a piedi con lancie corte e spade, ammaestrati che, ogni fiata che mostravano di voler fuggire, costoro saltavan in groppa e fuggivan con loro, e fermati smontavano e ammazzavano con le lancie i cavalli de' nemici.
      Preparati gli eserciti, si cominciò a udire il suon d'infiniti corni e altri varii instrumenti, e poi molti canti, che cosí è la consuetudine de' Tartari avanti che cominciano a combattere, e quando le nacchere e tamburi suonano vengono allora alle mani. Il gran Can fece prima cominciar a sonar le nacchere dalle parti destra e sinistra, e si cominciò una crudele e aspra battaglia, e l'aere fu immediate tutto pieno di saette che piovean da ogni canto, e vedevansi uomini e cavalli in terra cader morti in gran numero; e tanto era orribil il grido degli uomini e strepito dell'armi e cavalli, che rappresentava un estremo spavento a chi l'udiva.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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