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      Come, dopo ottenuta tal vittoria, il gran Can ritornò in Cambalú; e dell'onore ch'egli fa alle feste de' cristiani, giudei, macomettani e idolatri; e la ragione perché dice che non si fa cristiano.
      Cap.2.
      Dopo ottenuta tal vittoria, il gran Can ritornò con gran pompa e trionfo nella città principal, detta Cambalú, e fu del mese di novembre, e quivi stette fin al mese di febraio e marzo, quando è la nostra Pasqua; dove, sapendo che questa era una delle nostre feste principali, fece venir a sé tutti i cristiani e volse che li portassero il libro dove sono li quattro Evangelii, al quale fattogli dar l'incenso molte volte con gran cerimonie, devotamente lo basciò, e il medesimo volse che facessero tutti i suoi baroni e signori ch'erano presenti. E questo modo sempre serva nelle feste principali de' cristiani, com'è la Pasqua e il Natale; il simil fa nelle principal feste di saraceni, giudei e idolatri. Ed essendo egli domandato della causa, disse: «Sono quattro profeti che son adorati e a' quali fa riverenza tutt'il mondo: li cristiani dicono il loro Dio essere stato Iesú Cristo, i saraceni Macometto, i giudei Moysè, gl'idolatri Sogomombar Can, qual fu il primo iddio degl'idoli; e io faccio onor e riverenza a tutti quattro, cioè a quello ch'è il maggior in cielo e piú vero, e quello prego che m'aiuti». Ma, per quello che dimostrava il gran Can, egli tien per la piú vera e miglior la fede cristiana, perché dice ch'ella non comanda cosa che non sia piena d'ogni bontà e santità. E per niun modo vuol sopportare che li cristiani portino la croce avanti di loro, e questo perché in quella fu flagellato e morto un tanto e cosí grand'uomo come fu Cristo.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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