Il che vedendo Cogatai, che s'era fermato nell'entrata del palagio, disse: «Ci è tradimento», e subito saettando Vanchu che sedeva sopra la sedia l'ammazzò, e chiamando la sua gente prese Cenchu e mandò per la città un bando che, s'alcuno fosse trovato fuori di casa, fosse di subito morto.
I Cataini, vedendo che i Tartari aveano scoperta la cosa, e che non aveano capo alcuno, essendo questi due l'un morto l'altro preso, si riposero in casa, né poterono far alcun segno all'altre città che si ribellassero com'era stato ordinato. E Cogatai subito mandò i suoi nunzii al gran Can, dichiarandoli per ordine tutte le cose ch'erano intravenute, il quale li rimandò dicendo che lui dovesse diligentemente esaminarli, e secondo che loro meritassero per i loro mensfatti li dovesse punire. Venuta la mattina, Cogatai esaminò tutti i Cataini, e molti di loro distrusse e uccise che trovò esser de' principali nella congiura; e cosí fu fatto nell'altre città, poi che si seppe ch'erano partecipi di tal delitto. Poi che fu ritornato il gran Can a Cambalú, volse sapere la causa per la quale ciò era intravenuto, e trovò come questo maledetto Achmach, cosí lui come i suoi figliuoli, aveano commessi tanti mali e tanto enormi come di sopra s'è detto. E fu trovato che tra lui e sette suoi figliuoli (perché tutti non erano cattivi) aveano prese infinite donne per mogli, eccettuando quelle ch'aveano avute per forza. Poi il gran Can fece condurre nella nuova città tutto il tesoro che Achmach avea ragunato nella città vecchia, e quello ripose con il suo tesoro: e fu trovato ch'era infinito.
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