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      Cap. 12.
     
      Certa cosa è che li Tartari cominciano l'anno del mese di febraio, e il gran Can e tutti quelli che a lui sono sottoposti per le lor contrade celebrano tal festa, nella qual è consuetudine che tutti si vestino di vesti bianche, perché li pare che la vesta bianca significhi buon augurio: e però nel principio dell'anno si vestono di tal sorte vesti, acciò che tutto l'anno gl'intravenga bene e abbino allegrezza e solazzo. E in questo dí tutte le genti, provincie e regni che hanno terre e dominio del gran Can li mandano grandissimi doni d'oro e d'argento e molte pietre preziose e molti drappi bianchi, il che fanno loro acciò che il signore abbia tutto l'anno allegrezza e gaudio e tesoro a sufficienza da spendere; e similmente i baroni, principi e cavalieri e popoli si presentano l'un l'altro cose bianche per le sue terre, e abbracciansi l'un l'altro e fanno grand'allegrezza e festa, dicendosi l'un l'altro (come ancora si dice appresso di noi): «In questo anno vi sia in buon augurio, e v'intravenga bene ogni cosa che farete»: e ciò fanno acciò che tutto l'anno le cose loro succedano prosperamente. Presentasi al gran Can in questo giorno gran quantità di cavalli bianchi molto belli, e se non sono bianchi per tutto sono almanco bianchi per la maggior parte; e trovansi in quei paesi assaissimi cavalli bianchi.
      Adunque è consuetudine appresso di loro, nel far de' presenti al gran Cane, che tutte le provincie che lo possono fare osservino questo modo, che di ciascun presente nove volte nove presentano nove capi, cioè, se gli è una provincia che manda cavalli, presenta nove volte nove capi di cavalli, cioè ottantuno; se presenta oro, nove volte manda nove pezzi d'oro; se drappi, nove volte nove pezze di drappi; e cosí di tutte l'altre cose, di sorte che alle volte averà per questo conto centomila cavalli.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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