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      E s'alcuno è capitano di mille, e abbisi portato vilmente in qualche fazione, i baroni predetti, reputandolo indegno di quella capitaneria, lo disgradano e abbassano al capitaneato di cento; ma se nobilmente e francamente si sarà portato, riputandolo sofficiente e degno di maggior grado, lo fanno capitano di diecimila: ogni cosa però facendo con saputa del gran signore, però che, quando vogliono deprimere e abbassare alcuno, dicono al signore: «Il tale è indegno di tal onore», ed egli allora risponde: «Sia depresso e fatto di grado inferiore», e cosí è fatto. Ma se vogliono esaltare alcuno, cosí ricercando i meriti suoi, dicono: «Il tal capitano di mille è degno e sofficiente d'esser capitano di diecimila», e il signor lo conferma, e dàlli la tavola del comandamento a tal signoria convenevole, come di sopra s'è detto, e appresso gli fa dare grandissimi presenti, per inanimire gli altri a farsi valenti.
      La signoria adunque de' detti dodici baroni si chiama thai, che tanto è a dire come corte maggiore, perché non hanno signor alcun sopra di sé salvo che 'l gran Can; e oltre i sopradetti son constituiti dodici altri baroni sopra tutte le cose che sono necessarie a trentaquattro provincie, quali hanno nella città di Cambalú un bel palagio e grande, con molte camere e sale. E ciascuna provincia ha un giudice e molti notari, che stanziano in detto palagio separatamente, e quivi fanno ogni cosa necessaria alla sua provincia, secondo la volontà e comandamento de' detti dodici baroni.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





Can Cambalú