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      Ma appresso di noi non s'ha se non una moglie, e se quella sarà sterile l'uomo finirà la sua vita con lei, né genera alcun figliuolo: e però non abbiamo tante genti come loro. E circa le vettovaglie, n'hanno a bastanza, perché usano per la maggior parte risi, panizzo e miglio, spezialmente Tartari, Cataini e della provincia di Mangi, e queste tre semenze, nelle loro terre, per ciascun staro ne rendono cento. Non usano pane queste genti, ma solamente cuocono queste tre sorti di biade col latte, overo carni, e mangiano quelle; e il frumento appresso di loro non moltiplica cosí, ma quello che ricogliono mangiano solamente in lasagne e altre vivande di pasta. Appresso di loro non vi resta terra vacua che si possa lavorare, e i lor animali senza fine crescono e moltiplicano, e quando vanno in campo non è alcuno che non meni seco sei, otto e piú cavalli per la persona sua, onde si può chiaramente comprendere per che causa in quelle parti sia cosí gran moltitudine di genti, e che abbino da vivere cosí abbondantemente.
      Item fra il spazio di ciascuna delle sopradette poste è ordinato un casale ogni tre miglia, nel qual possono essere circa quaranta case, e piú e manco secondo che i casali sono grandi, dove stanno corrieri a piedi, i quali similmente sono nunzii del gran Can. Costoro portano intorno cinture piene di sonagli, accioché siano uditi dalla lunga, perché corrono solamente tre miglia, cioè dalla sua posta ad un'altra; odendosi il strepito de' sonagli, subitamente s'apparecchia un altro, e giunto piglia le lettere e corre fino all'altra posta, e cosí di luogo in luogo, di sorte che il gran Can in due giorni e due notti ha nuove di lontano per dieci giornate.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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