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      Ma dovete sapere che le città non mantengono di continuo quattrocento cavalli nelle poste, anzi ne tengono dugento al mese che sostenghino le fatiche, e in questo mezo altri dugento n'ingrassano, e in capo del mese gl'ingrassati si pongono nella posta e gli altri similmente s'ingrassano, e cosí vanno facendo di continuo. Ma se gli accade che in alcun luogo sia qualche fiume o lago, per il qual bisogni che i corrieri e quelli a cavallo vi passino, le città propinque tengono tre e quattro navilii apparecchiati di continuo a questo effetto, e se bisogna passar alcun deserto di molte giornate, nel qual far non si possa abitazione alcuna, la città ch'è appresso tal deserto è tenuta a dar li cavalli agli ambasciatori del signore fino oltre il deserto, e le vettovaglie con le scorte, ma il signor dà aiuto a quella città. E nelle poste che son fuor di strada il signor tiene in parte suoi cavalli, e in parte ve gli tengono le città, castella, ville lí propinque. Ma quando è di bisogno che i nunzii del signore affrettino il cammino, per causa di fargli intendere di qualche terra che se gli sia ribellata, o per alcun barone o altre cose necessarie, cavalcano in un giorno ben dugento miglia o dugentocinquanta, e fanno cosí, quando vogliono andare con grandissima celerità: portano la tavola del girifalco, in segno che vogliono andar velocissimamente; se sono due, e che si partono d'un medesimo luogo, quando sono sopra due buoni cavalli corsieri si cingono tutt'il ventre e si rivolgono il capo, e si mettono a correr quanto piú possono, e come sono appresso gli alloggiamenti suonano una sorte di corno che si sente di lontano, acciò che preparino i cavalli, quali trovati freschi e riposati, saltano sopra quelli: e cosí fanno di posta in posta sino a sera, e in tal guisa potranno far in un giorno da dugentocinquanta miglia.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136