Ed è da sapere come i Tartari, secondo i loro primi costumi, avanti che conoscessino la legge idolatra, non facevan alcuna elemosina, anzi, quando alcun povero andava da loro, lo scacciavano con villanie, dicendoli: «Va' col malanno che Dio ti dia, perché s'ei t'amasse come ama me t'averia fatto del bene». Ma perché li savii degl'idolatri, e specialmente i sopradetti bachsi, proposero al gran Can che gli era buona opera la provisione de' poveri, e che gli suoi idoli se ne rallegrarebbono grandemente, egli per tanto cosí providde a' poveri come di sopra è detto, e nella sua corte mai è negato il pane a chi lo viene a domandare, e non è giorno che non siano dispensate e date via ventimila scodelle fra risi, miglio e panizzo per li deputati officiali. Per questa mirabile e stupenda liberalità che 'l gran Can usa verso i poveri, tutte le genti l'adorano com'un dio.
Degli astrologhi che sono nella città di Cambalú.
Cap. 25.
Sono adunque nella città di Cambalú, tra cristiani, saraceni e cataini, circa cinquemila astrologhi e divinatori, alli quali il gran Can ogn'anno fa provedere del vivere e del vestire com'alli poveri sopradetti, i quali continuamente esercitano la lor arte nella città. Hanno costoro un astrolabio, nel quale son scritti i segni de' pianeti, l'ore e i punti di tutto l'anno. Ogn'anno adunque i sopradetti cristiani, saraceni e cataini astrologhi, cioè ciascuna setta da per sé, in questo astrolabio veggono il corso e la disposizione di tutto l'anno, secondo il corso di ciascuna luna, perché veggono e trovano che temperanza debbe esser dell'aere, secondo il natural corso e disposizione de' pianeti e segni, e le proprietà che produrrà ciascuna luna di quell'anno: cioè in tal luna saranno tuoni e tempesta, e nella tal terremoti, e nella tal saette e baleni e molte pioggie, nella tal saranno infermità, mortalità, guerre, discordie e insidie, e cosí di ciascuna luna, secondo che troveranno, diranno dover seguitare, aggiungendovi ch'Iddio può far piú e manco, secondo la sua volontà. Scriveranno adunque sopra alcuni quaderni piccioli quelle cose ch'hanno da venire in quell'anno, e questi quaderni si chiamano tacuini, quali vendono un grosso l'uno a chi gli vuole comprare per sapere le cose future; e quelli che sono trovati aver detto piú il vero sono tenuti maestri piú perfetti nell'arte, e conseguiscono maggior onore.
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Tartari Dio Can Can Cambalú Cambalú Can Iddio
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