Item, s'alcuno preporrą nell'animo di voler far qualche grand'opera, o d'andar in qualche parte lontana per mercanzie o qualch'altra sua facenda, e vorrą sapere il fine del negocio, andrą a trovare uno di questi astrologhi e li dirą: «Guardate sopra li vostri libri in che modo or ora si ritruova il cielo, perch'io vorrei andare a far il tal negocio o mercanzia». Allora l'astrologo li dirą che oltre questa domanda li debba dire l'anno, il mese e l'ora che nacque, il che dettoli vorrą vedere come si confanno le constellazioni della sua nativitą con quelle che nell'ora della domanda si ritruova il cielo, e cosķ li predice o bene o male che gli ha da venire, secondo la disposizione in che si troverą il cielo.
Ed č da sapere che li Tartari numerano il millesimo de' loro anni di dodici in dodici, e il primo anno č significato per il Leone, il secondo per il Bue, il terzo per il Dragone, il quarto per il Cane, e cosķ discorrendo degli altri, procedendo sino al numero di dodici, di modo che, quando alcuno č domandato quando nacque, egli risponde: correndo l'anno del Leone, in tal giorno overo notte, e l'ora e il punto; e questo osservano li padri di far con diligenza sopra un libro. E compiuti che s'hanno i dodici segni, che vuol dire i dodici anni, allora, ritornando al primo segno, ricominciano sempre per questo ordine procedendo.
Della religione de' Tartari, e delle opinioni ch'hanno dell'anima, e usanze loro.
Cap. 26.
E com'abbiamo detto disopra, questi popoli sono idolatri, e per suoi dei tutti hanno una tavola posta alta nel pariete della sua camera, sopra la qual č scritto un nome che rappresenta Dio alto, celeste e sublime: e quivi ogni giorno col turibulo dell'incenso l'adorano in questo modo, che, levate le mani in alto, sbattono tre volte i denti, pregandolo che li dia buon intelletto e sanitą, e altro non li domandano.
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