Quivi si lavorano panni d'oro e di seta e belli veli sottilissimi, e vi sono molti alloggiamenti per i viandanti.
Partendosi da questa città e andando per un miglio si truovano due vie, una delle quali va verso ponente, l'altra verso scirocco: per la via di ponente si va per la provincia del Cataio, per la via di scirocco alla provincia di Mangi. E sappiate che dalla città di Gonza fino al regno di Tainfu si cavalca per la provincia del Cataio dieci giornate, sempre trovando molte belle città e castella, fornite di grand'arti e mercanzie, e trovando vigne e campi lavorati: e di qui si porta il vino nella provincia del Cataio, perché in quella non ve ne nasce; vi sono anche molti alberi mori, che con la foglia sua gli abitanti fanno di gran seta. Tutte quelle genti sono domestiche, per la moltitudine delle città poco discoste l'una dall'altra e frequentazione che fanno gli abitanti di quelle, perché sempre vi si truovano genti che passano, per le molte mercanzie che si portano continuamente d'una città all'altra; e in ciascuna di quelle si fanno le fiere. E in capo di cinque giornate delle predette dieci, dicono esservi una città piú bella e maggior dell'altre chiamata Achbaluch, fino alla quale verso quella parte confina il termine della cacciagione del signore, dove niun ardisce d'andar alla caccia, eccettuando il signore con la sua famiglia e chi è scritto sotto il capitano de' falconieri; ma da quel termine innanzi può andarvi, pur che sia nobile. Nondimeno quasi mai il gran Can andava alla caccia per quella banda, per la qual cosa gli animali salvatichi erano tanto cresciuti e moltiplicati, e specialmente le lepori, che guastavano le biade di tutta la detta provincia; la qual cosa fatta intendere al gran Can, v'andò con tutta la corte, e furono presi animali senza numero.
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