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      E li mercatanti portano seco pastore di ferro, con le quali inchiavano tutti quattro i piedi alli cavalli, perché altramente, spaventati dal rumore, romperiano le corde e fuggiriano via: ed è accaduto che molti per negligenza gl'hanno perduti. Cavalcasi adunque per questa contrada venti giornate, continuamente trovando simili salvatichezze, e non trovando alloggiamenti né vettovaglie, se non forse ogni terza o quarta giornata, nelle quali si forniscono delle cose al viver necessarie. In capo delle quali giornate si comincia pur a veder qualche castello e borghi, che sono fabricati sopra dirupi e sommità de' monti, e s'entra in paese abitato e coltivato, dove non v'è piú pericolo d'animali salvatichi.
      Gli abitanti di quei luoghi hanno una vergognosa consuetudine, messagli nel capo dalla cecità dell'idolatria, che niuno vuol pigliar moglie che sia vergine, ma vogliono che prima sia stata conosciuta da qualche uomo, dicendo che questo piace alli loro idoli. E però, come passa qualche carovana di mercanti, e che mettono le tende per alloggiare, le madri ch'hanno le figliuole da maritare le conducono subito fino alle tende, pregando i mercanti, a ragatta una dell'altra, che vogliono pigliar la sua figliuola e tenersela a suo buon piacere fino che stanno quivi: e cosí le giovani che piú gli aggrada vengono elette dalli mercanti, e l'altre tornano a casa dolenti. Queste dimorano con li detti fino al suo partire e poi le consegnano alle lor madri, né mai per cosa al mondo le menarebbono via, ma sono obligati a farli qualche presente di gioie, anelletti overo qualche altro signale, qual portano a casa: e quando si maritano portano al collo overo addosso tutti li detti presenti, e quella che ne ha piú viene reputata esser stata piú apprezzata dalle persone.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136