E per questo sono richieste piú volentieri da' giovani per moglie, né piú degna dote possono dare a' mariti che li molti presenti ricevuti, riputandosi quelli per gran gloria a laude: e nelle solennità delle loro nozze li mostrano a tutti, e li mariti le tengono piú care, dicendo che li lor idoli l'hanno fatte piú graziose appresso gli uomini. E d'indi innanzi non è alcuno ch'avesse ardire di toccare la moglie d'un altro, e di tal cosa si guardano grandemente. Queste genti adorano gl'idoli, e sono perfidi e crudeli, e non tengono a peccato il rubbare né il far male, e sono i maggiori ladri che siano al mondo. Vivono di cacciagioni e d'uccellare e di frutti della terra.
Quivi si truovano di quelle bestie che fanno il muschio, e in tanta quantità che per tutta quella contrada si sente l'odore, perché ogni luna una volta spandono il muschio. Nasce a questa bestia, come altre volte s'è detto, appresso l'umbilico un'apostema in modo d'un bognone pieno di sangue, e quell'apostema ogni luna per troppa replezione sparge di quel sangue, qual è muschio. E perché vi sono molti di simili animali in quelle parti, però in molti luoghi si sente l'odore di quello. E queste tal bestie si chiamano nella loro lingua gudderi, e se ne prendono molte con cani.
Essi non hanno monete, né anche di quelle di carta del gran Can, ma spendono corallo, e vestono poveramente di cuoio e di pelle di bestie e di canevaccia. Hanno linguaggio da per sé e s'appartengono alla provincia di Thebeth, la qual confina con Mangi, e fu altre volte cosí grande e nobile che in quella erano otto regni e molte città e castella, con molti fiumi, laghi e monti; ne' quali fiumi si truova oro di paiola in grandissima quantità. Ne' regni di detta provincia si spende, come ho detto, il corallo per moneta, e anco le donne lo portano al collo; e adorano li suoi idoli.
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Can Thebeth Mangi
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