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      V'è similmente un monte, nel quale si truova la minera delle pietre dette turchese, che non si lasciano cavar senza il voler del detto gran Can.
      Quivi gli abitanti di questa provincia hanno un costume vergognoso e vituperoso, che non si reputano a villania se quelli che passano per quella contrada giaciono con le loro mogli, figliuole o sorelle: e per questo, come giungono forestieri, ciascuno cerca di menarsegli a casa, dove giunti consegnano tutte le loro donne in sua balia e si dipartono, lasciando quelli come patroni; e le donne attaccano subito sopra la porta un segnale, né quello muovono se non quando si partono, accioché i loro mariti possino ritornarsene. E questo fanno gli abitanti per onorificenza de' loro idoli, credendo con questa umanità e benignità usata verso detti forestieri di meritare la grazia de' loro idoli, e che li concedino abbondanza di tutti i frutti della terra.
      La loro moneta è di tal maniera, che fanno verghe d'oro e le pesano, e secondo ch'è il peso della verghetta cosí vagliono: e questa è la loro moneta maggiore, sopra la quale non v'è alcun segno. E la picciola veramente è di questo modo: hanno alcun'acque salse, con le quali fanno il sale facendole bollire in padelle, e poi ch'hanno bollito per un'ora si congelano a modo di pasta, e si fanno forme di quantità d'un pane di due denari, le quali sono piane dalla parte di sotto e di sopra sono rotonde; e quando sono fatte si pongono sopra pietre cotte ben calde appresso al fuoco, e ivi si seccano e fansi dure, e sopra queste tal monete si pone la bolla del signore.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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