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      Della provincia detta Carazan.
      Cap. 40.
     
      Quando si parte dalla detta città di Iaci, e che s'è camminato dieci giornate per ponente, si truova la provincia di Carazan, sí com'è nominata la maestra città del regno. Adorano gl'idoli, e sono sotto il dominio del gran Can, e suo figliuolo nominato Cogatin tiene la dignità regale. Trovasi in essa oro di paiola ne' fiumi, e anco oro piú grosso che di paiola, e ne' monti oro di vena; e per la gran quantità che n'hanno, danno per sei saggi d'argento un saggio d'oro. Quivi ancora si spendono le porcellane delle quali s'è detto di sopra, le quali non si truovan in questa provincia, ma sono portate dalle parti d'India.
      Nascono in questi paesi grandissimi serpenti, quali sono di longhezza dieci passa e di grossezza spanne dieci. Hanno nella parte dinanzi, appresso il capo, due gambe picciole con tre unghie a modo di leone, e gli occhi maggiori d'un pane da quattro denari, tutti lucenti. La bocca è cosí grande ch'inghiottirebbe un uomo; i denti grandi e acuti: e per essere tanto spaventevoli, non è uomo né animal alcuno ch'approssimandoseli non tremi tutto. Se ne truovano di minori, cioè di passa otto, di sei e cinque longhi, quali si prendono in questo modo, conciosiaché pel gran caldo stiano di giorno nelle caverne e di notte escono fuori a pascere, e quante bestie, o leoni o lupi o altre che si siano, che possono toccare, tutte le mangiano, e poi si vanno strascinando verso a' laghi, fonti o fiumi per bere; e mentre che vanno a questo modo per l'arena, per la troppa gravezza del peso loro appaiono i vestigii cosí grandi come s'una gran trave fosse stata tirata per quell'arena; e i cacciatori, dove veggono il sentiero per il qual sono usati d'andare, ficcano molti pali sotto terra che non appareno, e in quelli mettono alcuni ferri acutissimi ponendoli spessi, e copronli con l'arena che non si veggono: e ne mettono in diversi luoghi, secondo i sentieri dove piú veggono andar i serpenti, i quali, andando a' luoghi soliti, subito si feriscono e muoiono facilmente.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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