Si ritruovan ancora in detta provincia i maggiori e piú feroci cani che si possano dire, e sono di tant'animo e possanza che un uomo con due cani ammazza un leone, perché andando per camino con due de' detti cani, con l'arco e le saette, va sicuramente, e, se si truova il leone, li cani arditi gli vanno addosso, essendo incitati dall'uomo. E la natura del leone è di cercare qualch'arbore per appoggio, acciò che i cani non li possan andar da dietro, ma che tutti due li stiano in faccia; e però, veduti i cani e conoscendoli, se ne va passo passo né per alcun modo correria, per non voler parere ch'egli abbia paura, tanta è la sua superbia e altezza d'animo. E in questo andar di passo i cani lo vanno mordendo e l'uomo saettando, e ancor che 'l leone, sentendosi mordere da' cani, si volti verso loro, sono però tanto presti che sanno ritrarsi, e il leone torna alla via sua passeggiando, per modo che, avanti ch'egli abbia trovato appoggio, con le saette è tanto ferito e morsicato e sparto il sangue che indebolito cade: e a questo modo con i cani prendono il leone.
Fanno molta seta, della quale, portandosene fuor del paese, si fa di gran mercanzie, per via di questo fiume, qual si naviga per dodici giornate, sempre trovando città e castella. Adorano gl'idoli e sono sotto il dominio del gran Can; la sua moneta è di carta, e il loro vivere e mantenersi consiste in mercanzie; sono valenti nell'arme.
E in capo delle dodici giornate si truova la città di Sidinfu, della quale abbiamo trattato di sopra, e da Sidinfu per venti giornate si truova Gingui, e da Gingui per altre quattro giornate si truova la città di Pazanfu, la qual è verso mezodí, ed è della provincia del Cataio, ritornando per l'altra parte della provincia, le cui genti adorano gl'idoli e fanno abbruciare i corpi quando muoiono.
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Can Sidinfu Sidinfu Gingui Gingui Pazanfu Cataio
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