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      Della città di Ciangli.
      Cap. 51.
     
      Ciangli è una città nel Cataio verso mezodí, subdita al gran Can: sono idolatri e hanno la moneta di carta; ed è discosta da Cianglú per cinque giornate, nel camino delle quali si truovano molte città e castella soggette al gran Can, e sono molto mercantesche, delle quali il gran Can ne conseguisce grand'entrata. Passa per mezo della città di Ciangli un largo e profondo fiume, per il quale portano molte mercanzie di seta, specie e molte altre cose di grande valuta.
     
      Or lasciaremo Ciangli, e narraremo d'un'altra città detta Tudinfu.
     
      Della città di Tudinfu.
      Cap. 52.
     
      Quanto si parte da Ciangli, caminando verso mezodí sei giornate, di continuo si truovano città e castella di gran valore e nobiltà; e le genti adorano gl'idoli, abbruciano i loro corpi, sono soggetti al gran Can, e le loro monete sono di carta; vivono di mercanzie e arti e hanno abondanza di vettovaglie. E in capo di dette sei giornate si truova una città, qual fu già un regno nobile e grande, detto Tudinfu: ma il gran Can la soggiogò al suo dominio per forza d'armi. Ed è molto dilettevole per li giardini che vi sono intorno, che producono belli e buoni frutti. Fanno seta in grand'abondanza.
      Ha sotto la sua iurisdizione undici città imperiali, cioè nobili e grandi, per esser città di gran traffichi di mercanzie e di gran copia di seta, e soleva avere re, avanti ch'ella fosse sottoposta al gran Can, qual nel 1272 mandò al governo della città e a guardia del paese un suo barone nominato Lucansor, capitano d'ottantamila cavalli.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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